Vulgata Clementina

La Vulgata è una traduzione della Bibbia che risale al tardo quarto secolo. Fu opera principalmente di San Girolamo, il quale fu incaricato da Papa Damaso I nel 382 ad effettuare una revisione della Vetus Latina (traduzioni dal vecchio Latino). La sua larga diffusione portò all’eclissi di queste versioni latine più antiche. Nel secolo 13 questa revisione era conosciuta come versio vulgata, ossia “la traduzione utilizzata comunemente”. Nel sec. XVI divenne la versione latina definitiva e officiale della Bibbia nella Chiesa Cattolica Romana.

La Vulgata ha un testo composto che non è tutta opera di San Girolamo. I suoi componenti comprendono:

La traduzione indipendente di San Girolamo dall’Ebraico: i libri della Bibbia Ebraica, che di solito non includono la sua traduzione dei Salmi. Questa fu completata nel 405.
Traduzione dal Greco di Teodozione da parte di Girolamo: le tre aggiunte al Libro di Daniele; il Canto dei Tre Giovani, la Storia di Susanna, e l’Idolo Bel e il Drago. Il Canto dei Tre Giovani fu mantenuta all’interno della narrazione di Daniele, mentre le altre due aggiunte di Girolamo furono spostate in fondo al libro.
La traduzione dei Settanta di Girolamo: il Resto di Ester. Girolamo mise insieme queste aggiunte alla fine del libro di Ester.
Traduzione dall’Esapla dei Settanta di Girolamo: la sua versione Gallica del Libro dei Salmi. Le revisioni Esaplariche di Girolamo degli altri libri dell’Antico Testamento continuò a circolare in Italia per parecchi secoli, ma soltanto Giobbe e frammenti di altri libri sono rimasti ad oggi.
Libera traduzione di Girolamo basata su una versione aramaica secondaria: Tobia e Giuditta.
Revisione del Vecchio Latino di Girolamo, corretto facendo riferimento ai più antichi manoscritti greci disponibili dei Vangeli.
La versione “Vecchio Latino”, più o meno revisionata da una persona o più persone ignote: Baruc, Lettera di Geremia, 3 Esdra, Atti, Epistole, e l’Apocalisse.
La versione “Vecchio Latino”, senza revisioni: Epistola ai Laodicei, la Preghiera di Manasse, 4 Esdra, Sapienza, Ecclesiastico, e 1 e 2 Maccabei.

La Vulgata Clementina (Biblia Sacra Vulgatæ Editionis Sixti Quinti Pontificis Maximi iussu recognita atque edita) è l’edizione della Bibbia che rimane familiare ai Cattolici vissuti prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.

A seguito dell’epoca della Riforma, quando la Chiesa Cattolica si arrovellava per controbattere gli attacchi e per confutare le dottrine del Protestantesimo, la Vulgata venne riaffermata nel Concilio di Trento come unico testo latino autorizzato. Per adempiere a questa dichiarazione, il Concilio si prodigò per la creazione di un testo standardizzato della Vulgata tenendo conto delle innumerevoli edizioni che erano state prodotte durante il Rinascimento, e dei manoscritti ricopiati durante il Medioevo. La prima comparsa di questo testo autorizzato fu soltanto nel 1590. Venne sponsorizzato da Papa Sisto V (1585–90) e pertanto fu conosciuto come “Vulgata Sistina”. Si basava sull’edizione di Roberto Stefano che era stata corretta in modo da corrispondere maggiormente al testo greco, tuttavia venne fatto stampare frettolosamente e soffriva di tanti refusi.

L’edizione Sistina fu presto rimpiazzata da Papa Clemente VIII (1592–1605), il quale diede incarico a Francisco de Toledo, Agostino Valier, Federico Borromeo, Roberto Bellarmino, Antonio Agelli, e a Pietro Morino affinché revisionassero il testo apportando le dovute correzioni. Questa nuova versione riveduta si basava maggiormente sull’edizione Henteniana (nota anche come edizione di Lovanio). Oggi è conosciuta come Vulgata Sisto-Clementina, o più semplicemente come Clementina, sebbene il nome di Papa Sisto V compaia sulla pagina del titolo. Papa Clemente pubblicò tre ristampe di questa edizione, nel 1592, nel 1593 e nel 1598.

L’edizione Clementina differiva dai manoscritti sui quali si basava in quanto raggruppava le varie prefazioni di San Girolamo all’inizio del libro, e rimuoveva 3 e 4 Esdra come anche la Preghiera di Manasse dall’Antico Testamento mettendoli come Apocrifa in un’appendice dopo il Nuovo Testamento.

Il Salterio della Vulgata Clementina, similmente a tutte le edizioni stampate precedenti, è il Gallicanum, che omette il Salmo 151. Segue la numerazione greca dei Salmi, che differisce da quella delle versioni tradotte direttamente dall’ebraico.

La Vulgata Clementina del 1592 divenne il testo standard della Bibbia per il Rito Romano della Chiesa Cattolica fino al 1979, quando fu promulgata la “Nova Vulgata”.

Fonti

Le fonti dalle quali fu attinto il testo di questa edizione per il progetto BibleGet:
1) http://vulsearch.sourceforge.net/
2) https://gitlab.com/jperon/vulgata
3) https://bitbucket.org/clementinetextproject/text/src/master/

Esempio

Una citazione esempio tratta dall’edizione della Vulgata Clementina, usando il blocco “Gutenberg” del plugin BibleGet per WordPress:

VGCL

1 Intellectus Asaph. [Ut quid, Deus, repulisti in finem, iratus est furor tuus super oves pascuæ tuæ ? 2 Memor esto congregationis tuæ, quam possedisti ab initio. Redemisti virgam hæreditatis tuæ, mons Sion, in quo habitasti in eo. 3 Leva manus tuas in superbias eorum in finem : quanta malignatus est inimicus in sancto ! 4 Et gloriati sunt qui oderunt te in medio solemnitatis tuæ ; posuerunt signa sua, signa : 5 et non cognoverunt sicut in exitu super summum. Quasi in silva lignorum securibus 6 exciderunt januas ejus in idipsum ; in securi et ascia dejecerunt eam. 7 Incenderunt igni sanctuarium tuum ; in terra polluerunt tabernaculum nominis tui. 8 Dixerunt in corde suo cognatio eorum simul : Quiescere faciamus omnes dies festos Dei a terra. 9 Signa nostra non vidimus ; jam non est propheta ; et nos non cognoscet amplius. 10 Usquequo, Deus, improperabit inimicus ? irritat adversarius nomen tuum in finem ? 11 Ut quid avertis manum tuam, et dexteram tuam de medio sinu tuo in finem ? 12 Deus autem rex noster ante sæcula : operatus est salutem in medio terræ. 13 Tu confirmasti in virtute tua mare ; contribulasti capita draconum in aquis. 14 Tu confregisti capita draconis ; dedisti eum escam populis Æthiopum. 15 Tu dirupisti fontes et torrentes ; tu siccasti fluvios Ethan. 16 Tuus est dies, et tua est nox ; tu fabricatus es auroram et solem. 17 Tu fecisti omnes terminos terræ ; æstatem et ver tu plasmasti ea. 18 Memor esto hujus : inimicus improperavit Domino, et populus insipiens incitavit nomen tuum. 19 Ne tradas bestiis animas confitentes tibi, et animas pauperum tuorum ne obliviscaris in finem. 20 Respice in testamentum tuum, quia repleti sunt qui obscurati sunt terræ domibus iniquitatum. 21 Ne avertatur humilis factus confusus ; pauper et inops laudabunt nomen tuum. 22 Exsurge, Deus, judica causam tuam ; memor esto improperiorum tuorum, eorum quæ ab insipiente sunt tota die. 23 Ne obliviscaris voces inimicorum tuorum : superbia eorum qui te oderunt ascendit semper.] (Psalmorum 73)

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